Cassino, via alla Class action contro Acea Ato5, il 2 ottobre l’udienza per l’ammisibilità
21 Maggio 2019CASSINO – Dopo quella intrapresa contro AquaLatina da parte di un pool di legali cassinati e pontini, Massimo Clemente, Patrizia Menanno, Raffaele Panaccione, Chiara Samperisi e Annamaria Zarrelli, ora arriva anche la class action nei confronti di Acea Ato5 per Cassino e altri 88 Comuni, in prevalenza del Frusinate, ma anche della provincia di Latina, Caserta e Isernia che, delle circa 200.000 utenze, interesserà, in caso di ammissibilità, esclusivamente quelle domestiche. Nei giorni scorsi il gruppo di legali ha notificato il provvedimento di inizio della azione nei confronti del gestore del servizio e il 2 Ottobre 2019, si terrà dinanzi al Tribunale di Roma la prima udienza per la valutazione dell’ammissibilità della Class Action contro ACEA ATO5 SPA, gestore dell’ATO 5 Lazio Meridionale – Frosinone.
Un primo importante risultato dell’azione del Comitato No Acea, guidato da Renato De Sanctis, che in questi anni si è speso molto nella lotta alla multinazionale e, soprattutto, nel rivendicare il diritto dei cittadini ad avere l’acqua come bene pubblico in ottemperanza anche della volontà popolare espressa dal referendum del 2011 in cui i “Sì” furono il 95%. Ora l’inizio della class action anche nei confronti del gestore privato che dal 2017 ha in mano l’acquedotto della Città Martire.
La class action ha lo scopo di accertare le responsabilità del gestore ed ottenere le restituzioni di somme che il Comitato No Acea ritiene sborsate illegittimamente dagli utenti.
Oltre ai conguagli per gli anni 2006-2011, per circa 75.000.000,00 di euro sborsati in tre anni (tra il 2014 e il 2017) da tutti gli utenti e sui quali si è formata una giurisprudenza abbastanza consolidata, il Comitato ritiene illegittimo il calcolo secondo il metodo del c.d. pro die che, oltre a vessare i cittadini, costretti sotto minaccia di sospensione della fornitura, a pagamenti iniqui, consente al gestore di trarre profitti non dovuti. Entrambe le domande si inquadrano poi in una situazione di totale mancanza di regolamentazione contrattuale tra gli utenti e il gestore che, ricordiamo, gestisce un bene pubblico essenziale in regime di monopolio.
Pur essendo un’azione innovativa e complessa sotto il profilo oggettivo e soggettivo, confidiamo nell’accoglimento della domanda perché venga riconosciuta la lesione di un diritto costituzionalmente protetto.
Questa azione di classe riguarda 88 Comuni, in prevalenza del Frusinate, ma anche della provincia di Latina, Caserta e Isernia e, delle circa 200.000 utenze, interesserà, in caso di ammissibilità, esclusivamente quelle domestiche.
Un risultato importantissimo per il Comitato “No Acea”, che sottolinea: “Siamo partiti con 729 attori, oltre al Comitato promotore che chiede al Tribunale di Roma la tutela di interessi collettivi lesi dai comportamenti connotati da prassi commerciali scorrette del gestore.
L’acqua è il bene pubblico per eccellenza e, come è stato detto egregiamente, è il “diritto dei diritti e lucrare con essa significa mercificare la vita”.
Sono anni che il Comitato si batte strenuamente per una gestione trasparente dell’acqua, producendo esposti, denunce e istanze. Avevamo promesso che avremmo tentato di avviare un’azione imponente ed ora siamo fieri di annunciare che, dopo mesi di studio e di lavoro e grandi sacrifici, abbiamo imbastito l’unica causa che dia la possibilità di ripristinare gli equilibri distorti tra gli utenti e il gestore. Grande soddisfazione è stata espressa da Renato De Sanctis, candidato a sindaco di Cassino alle prossime elezioni amministrative del prossimo 26 maggio, per questo primo importante risultato raggiunto e di tutto il Comitato”.
“Ringraziamo ovviamente gli avvocati Massimo Clemente, Patrizia Menanno, Raffaele Panaccione, Chiara Samperisi e Annamaria Zarrelli che, grazie anche all’esperienza maturata in altra class action contro il gestore dell’ATO4, hanno creduto nelle finalità del nostro Comitato e lo hanno supportato tecnicamente e con grande professionalità. Non resta ora che attendere l’esito della prima udienza”.
“Tutto questo lavoro lo abbiamo iniziato – ha proseguito De Sanctis – da semplici cittadini, senza alcuna carica politica, ma con il vero intendimento di cercare di poter difendere alcuni diritti di tutti i cittadini della provincia di Frosinone”.
F. Pensabene
foto di repertorio