Documentazione lacunosa, sequestrato depuratore di Villa Santa Lucia
3 Febbraio 2020Il depuratore consortile di Villa Santa Lucia è stato sequestrato questa mattina dai militari del Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale (Nipaaf) e personale della Polizia Provinciale di Frosinone. Il provvedimento era contenuto in un decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Cassino, Domenico Di Croce, su richiesta del Pm della Procura della Repubblica di Cassino Emanuele De Franco. All’impianto di depurazione gestito da una società privata, secondo gli inquirenti, mancava di Autorizzazione integrata ambientale. L’istanza era stata presentata presso la Provincia di Frosinone ma, a distanza di 4 anni e mezzo dal suo deposito, il provvedimento autorizzativo non è stato emanato. Questo perché sono rimaste inascoltate le richieste di documentazione avanzate da Arpa Lazio, il cui parere è obbligatorio. In particolare le informazioni fornite sono state definite dall’Agenzia “lacunose” e tali da non consentire una valutazione sull’adeguatezza delle misure di controllo proposte dal gestore. Inoltre Arpa Lazio ritiene che non sia possibile definire idonee modalità di monitoraggio e controllo dell’impianto e delle sue emissioni nell’ambiente, necessarie a soddisfare i requisiti previsti dalla normativa ambientale. Non solo ma le analisi sui reflui in uscita dall’impianto e scaricati nel fiume Rio Pioppeto hanno rilevato elevate concentrazioni di Bod, Cod, Azoto Totale, Alluminio, Boro, Ferro e Zinco (quest’ultimo risulta tra le sostanza pericolose individuate nel Codice dell’Ambiente). Per i fatti evidenziati il Gip del Tribunale di Cassino ha disposto il sequestro dell’impianto di depurazione. Le modalità di sequestro dell’impianto sono state attuate dalla Polizia giudiziaria in modo da evitare disagi per gli agglomerati urbani che scaricano i propri reflui nel depuratore.