Serena Mollicone, il presidente del tribunale di Cassino rinvia la pensione e presiede al processo
28 Dicembre 2020Cassino – Il processo ai sei imputati per l’omicidio di Serena Mollicone inizierà a Cassino il 15 marzo 2021 senza subire ulteriori rinvii anche a costo di dover presiedere la corte d’assise personalmente, rinviando il pensionamento.
Lo garantisce il presidente del tribunale di Cassino, Massimo Capurso. Una garanzia espressa in una lunga ed articolata nota diffusa dallo stesso presidente per spegnere le polemiche successive al rinvio del processo in corte d’assise per i 6 imputati ritenuti responsabili a vario titolo della morte della studentessa di Arce.
L’inizio del processo era stato inizialmente fissato per il 19 gennaio prossimo. Nella nota, Capurso, spiegando i complessi motivi che lo hanno spinto alla scelta del rinvio per mancanza di un giudice titolato a poter svolgere il ruolo di presidente di corte d’assise, sostiene che, senza una soluzione alternativa che può essere soltanto l’arrivo, anche in forma temporanea di un altro giudice con “i gradi” idonei a ricoprire quel ruolo, sarà lui stesso, rinviando ulteriormente la data del pensionamento, ad assumere personalmente la funzione di Presidente titolare del processo “Mollicone”, in modo da poterlo regolarmente presiedere il 15 marzo 2021. Una situazione che mette in risalto un devastato quadro organico del tribunale di Cassino.
“A seguito del recentissimo trasferimento ad altro ufficio giudiziario del distretto del Lazio della presidente della sezione Penale Donatella Perna (delibera del Csm del 10.12.2020)- scrive nella nota il presidente Capurso-, di poco preceduto da quello del giudice penale anziano, Olga Manuel (delibera del 7.10.2020), attualmente e rispettivamente presidente e giudice a latere della corte di assise di Cassino, la composizione di quest’ultima, per quanto riguarda il magistrato idoneo (per anzianità minima) a presiedere, è divenuta improvvisamente un problema (quasi) irrisolvibile nell’immediato e, comunque, in tempo utile per l’inizio del processo penale in oggetto, originariamente fissato dal Gup per il prossimo 15 gennaio 2021, dal momento che nessun altro giudice penale del Tribunale di Cassino ha un’anzianità superiore ai 6 anni (tranne il Gip più anziano, che però, pure a volerlo considerare, in quanto non è comunque un giudice del dibattimento, sarebbe, in ogni caso, incompatibile con il processo ‘Mollicone’ per avere in esso svolto funzioni, appunto, di Gip)”.
In sintesi, il presidente del Tribunale di Cassino, si è trovato improvvisamente di fronte “al duplice problema venutosi a creare con il trasferimento – a distanza di due mesi l’uno dall’altro – di entrambi i giudici togati componenti la corte di assise di Cassino, all’un tempo anche gli unici due giudici del dibattimento penale con l’anzianità per poter presiedere la Corte di Assise”.
L’alternativa subito scartata da Capurso era quella di affidare la presidenza di un processo che si preannuncia difficilissimo, ad un giudice anziano, in servizio a Cassino, ma nel tribunale civile: “uno, giovane, non ha mai svolto funzioni penali, mentre gli altri due, molto più anziani, non svolgono funzioni penali da decenni”. A nulla sono valse, almeno per il momento, le richieste avanzate da Capurso a tribunale d’appello e presidenza del Csm di reperire temporaneamente un giudice del tribunale vicino, quindi Frosinone (tabella distrettuale), da un tribunale del Lazio (tabella Infradistrettuale) o da qualsiasi parte d’Italia (tabella Extradistrettuale). La speranza è in una di queste ultime due soluzioni dato che da Frosinone non potranno arrivare aiuti. Ma le preoccupazioni di Capurso non sono solo legate allo svolgimento del processo della studentessa di Arce sulla cui morte si aspetta la verità giudiziaria da 20 anni, ma anche sull’intera tenuta del tribunale che conta in organico “una sezione Penale (7 giudici in tutto in organico) ridotta, prevedibilmente per circa un anno a soli 4 giudici, che in tale arco di tempo dovranno assicurare 2 udienze collegiali alla settimana (ogni Collegio è formato da 3 giudici) con molti processi complessi e con imputati detenuti, nonché la gestione complessiva di circa 6000 procedimenti monocratici”.
A valle di tutto il discorso Capurso, inoltre, destina una garbata stilettata alla procura e al suo capo Luciano D’Emmanuele. “Come si possa perciò affermare -scrive Capurso-, lo si legge sulla cronaca locale de Il Messaggero di ieri 27 dicembre, in un’intervista rilasciata dal Procuratore della Repubblica di Cassino, che ‘il trasferimento del presidente della sezione penale era dato per certo già subito dopo l’interruzione feriale. Per cui la situazione di oggi era ampiamente prevedibile’ (quindi, secondo tale affermazione, già dai primi giorni del mese di settembre), resta un arcano delle previsioni giudiziarie, oltre che un’ingiusta critica all’efficienza della Dirigenza del Tribunale”.
Ermanno Amedei