Ditta di Ariccia sversava liquami destinati a discariche in rete fognaria, 8 arrestati
13 Dicembre 2021Associazione a delinquere dedita al traffico illecito di rifiuti, altri delitti contro l’ambiente e truffa ai danni dello Stato sono i reati contestati ad un gruppo di dieci persone dalla polizia che questa mattina ha eseguito misure cautelari, sequestri preventivi e perquisizioni domiciliari. A capo dell’organizzazione c’era un calabrese in passato già colpito da due interdittive antimafia, è stata applicata la custodia cautelare in carcere, mentre sette consociati sono stati sottoposti agli arresti domiciliari e due al divieto di esercitare attività imprenditoriali. L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma e condotta dal Servizio centrale operativo, dalla Squadra mobile della Questura di Latina e dal Compartimento polizia stradale per il Lazio, ha avuto origine dalla denuncia di Acea ambiente nei confronti di una società di Ariccia aggiudicataria di una gara d’appalto per l’affidamento del servizio di carico, trasporto e smaltimento di rifiuti liquidi prodotti nell’unità locale di Acea ambiente di Aprilia.
La società incaricata avrebbe dovuto trasportare i liquami alle discariche autorizzate per le procedure di smaltimento, gli elementi investigativi acquisiti fanno invece ritenere che la società sversasse i rifiuti liquidi su terreni o in pozzetti fognari della rete pubblica, senza il preventivo trattamento, apponendo sui formulari di identificazione rifiuti (Fir) falsi timbri delle società autorizzate allo smaltimento dei liquami, allo scopo di attestare il regolare ciclo del rifiuto ed ottenere i pagamenti delle prestazioni da parte di Acea Ambiente. La società indagata aveva vinto anche altri appalti pubblici con enti locali romani, tra cui quello avente ad oggetto lo smaltimento di liquami provenienti dai campi rom capitolini.
L’indagine ha poi fornito elementi per l’ulteriore contestazione agli indagati dei reati di intestazione fittizia di beni ed autoriciclaggio: si ritiene infatti che gli ingenti flussi di capitali provenienti dal traffico illecito di rifiuti siano stati reimpiegati nei circuiti economici legali. La Polizia di Stato, durante l’operazione, ha effettuato sequestri preventivi per circa 3 milioni di euro.