La situazione delle carceri nel Lazio: -500 agenti. Cassino: personale -33%, affollamento +130%
27 Marzo 2023CASSINO – Drammatica situazione nelle carceri del Lazio messa in evidenza questa mattina durante una manifestazione organizzata davanti al carcere di Regina Coeli a Roma. I numeri parlano chiaro: la maggiore carenza di personale si registra negli istituti di Regina Coeli (-34%) Cassino (-33%) NC Rieti (-28%) Velletri (-27%) CR Rebibbia (-25%) Viterbo (-21%) a cui vanno aggiunti gli Istituti CC Frosinone e Rebibbia NC che raggiungono una carenza oltre il 30% in quanto amministrano unità non proprie relativa al Nucleo Tradizioni Provinciale di Frosinone e Nucleo Traduzioni Cittadino di Roma. Attualmente nella regione mancano quasi 500 unità di Polizia Penitenziaria. Alla manifestazione hanno partecipato tutti i responsabili Territoriali delle province di Roma, Rieti, Viterbo, Latina e Frosinone, oltre, al personale appartenente agli Istituti e servizi vari Minorili della regione. Le aggressioni al personale nelle carceri del Lazio risultano essere state: 42 nel 2021, 33 nel 2022 e già 17 nel primo trimestre 2023.
Anche per quanto riguarda il sovraffollamento nelle carceri e le situazioni di maggiori criticità si registrano a Regina Coeli e Civitavecchia Nuovo Complesso che presentano tassi di affollamento rispettivamente del 158% e del 154%. Accanto a questi vi sono altri quattro Istituti: Cassino, Latina, NC Rebibbia (R. Cinotti), e Viterbo che presentano tassi effettivi di affollamento superiori a 130%.
Le richieste avanzate da tutte le sigle sindacali vanno in questa direzione e sono concentrate su questi temi è, pertanto, necessario intervenire – chiedono i sindacati – sull’organizzazione del servizio all’interno degli istituti e mettere mano alle norme relative all’Ordinamento Penitenziario ed al codice penale. E’ opportuno e necessario provvedere – proseguono – alla carenza degli organici, creare spazi a disposizione del personale ed ausili tecnologici per migliorare il servizio. Richieste avanzate da tempo al Ministero della giustizia ed al DAP misure concrete e non soluzioni tampone che inevitabilmente finiscono con il riportare il problema all’origine.