Per la Regione Lazio messi a disposizione dal Ministero della salute, 70 milioni di euro
26 Marzo 2010Per la Regione Lazio sono stati messi a disposizione 70 milioni di euro per la sanità , il 10% del totale erogabile, grazie alla “gestione commissariale governativa” che ha attuato “una serie di positive iniziative” e che “ha portato ad una migliorata capacità di gestione del complesso Servizio sanitario regionale”. Lo annuncia il ministero della Salute in una nota sulla sessione di verifica – che si è tenuta ieri e l’altro ieri al ministero dell’Economia – con le Regioni impegnate nei Piani di rientro e potenzialmente interessate all’applicazione delle nuove norme (legate al nuovo Patto per la salute ) sulla possibilità , straordinariamente concessa a queste Regioni, di utilizzare i fondi Fas per ripianare eventuali disavanzi di gestione 2009, ed evitare così nuovi aumenti di Irpef e Irap. Una verifica che ha riguardato anche Calabria, Molise e Campania. Al Lazio, in particolare, viene riconosciuto l’impegno sul piano di rientro dal deficit, ma restano anche molti nodi da sciogliere. “La Regione per il 2009 presenta un risultato di gestione negativo di circa 1.400 mln di euro che, sommato al trascinamento di una perdita 2008 di circa 180 mln, porta ad un totale di disavanzo da coprire di circa 1.600 mln di euro, che, dopo le coperture straordinarie derivanti dalla fiscalità aggiuntiva regionale e dal fondo transitorio e da risorse regionali, comporta un disavanzo di gestione 2009 di circa 420 mln di euro”. Ma visto che nel bilancio regionale non possono essere reperite altre risorse, “bisognerà – spiega il ministero – ricorrere ai Fondi Fas per circa 420 milioni di euro per assicurare la necessaria copertura senza la quale scatterebbe il forte inasprimento della fiscalità regionale aggiuntiva”. Per quanto riguarda la verifica di attuazione del piano di rientro, viene ‘promossa’ la gestione del commissario governativo che ha attuato “una serie di iniziative positive”, migliorando la capacità di gestione del servizio. Un lavoro premiato appunto con lo sblocco del 10% dei fondi erogabili, ovvero 70 mln di euro. “Rimangono tuttavia da sciogliere ed affrontare sul piano operativo – precisa la nota del ministero – i principali nodi strutturali che riguardano le grandi tematiche: protocolli d’intesa con le Università , la mancata contrattualizzazione delle prestazioni e delle funzioni erogate dagli ospedali classificati e dagli Irccs privati, la riorganizzazione della rete ospedaliera, il ritardo che si registra nel processo di accreditamento definitivo”.