L’inerzia del Comune ci impedisce di fare  sport, soprattutto con i disabili. Lo sfogo del presidente Gaetano Torcinaro

L’inerzia del Comune ci impedisce di fare sport, soprattutto con i disabili. Lo sfogo del presidente Gaetano Torcinaro

15 Febbraio 2025 0 Di Felice Pensabene

ATINA – È opinione comune che la burocrazia troppo spesso riesce a complicare la vita ai cittadini, anziché avvantaggiarla, soprattutto a chi abbia voglia di iniziare una qualsiasi attività con finalità sociali e inclusive verso le categorie più fragili. È quanto sta accadendo ad Atina al ‘Basket Atina SrL’ che per l’inerzia ed il disinteresse dell’amministrazione comunale rischia di vedere vanificato il progetto di riportare il basket ad Atina e quelli di inclusione sociale, attraverso lo strumento dello sport, per molti ragazzi disabili. È duro il giudizio del presidente ed amministratore unico della società Basket Atina, Gaetano Torcinaro (nella foto). “Siamo indignati dalla latitanza ed inerzia dell’attuale amministrazione comunale – esordisce Torcinaro – che nonostante le molteplici sollecitazioni della Società, non fornisce le risposte adeguate alle nostre esigenze e al valore sociale della nostra iniziativa sociale di sport inclusivo”. Per conoscere bene come stanno le cose lo abbiamo incontrato per fare il punto della controversia.

Presidente Torcinaro, cosa sta succedendo?

Devo dire in primo luogo che intendo demolire quanto da noi realizzato fino ad ora, vista la mancanza di risposte e di sensibilità dell’Amministrazione e non solo. Nella prossima Assemblea del mese di marzo, infatti, si approverà questa decisione, visto che la situazione non si riesce a sbloccare”

Per quali motivi una decisione così drastica?

“Bisogna fare alcune precisazioni. dal 1974 ci siamo posti l’obiettivo di riportare il basket ad Atina, molti cittadini hanno partecipato, anche economicamente e materialmente con il loro impegno lavorativo, all’iniziativa raggiungendo il risultato. Successivamente abbiamo utilizzato un sito abbandonato, lo abbiamo ristrutturato a nostre spese costruendo una palestra coperta rendendolo idoneo all’attività sportiva e per diversi anni.  Si tratta di una struttura di 792 metri quadri, priva di ostacoli e con un’altezza di 7 metri, oltre agli spogliatoi, situata nel centro storico di Atina. Nel 2019 a seguito di una frana sono stati danneggiati i bagni e gli spogliatoi ed abbiamo chiesto alle varie amministrazioni comunali di poterci aiutare a sistemarli, ma senza alcuna risposta”.

Che cosa è successo a questo punto?

“Dal 2019, ho ripetutamente richiesto ai vari sindaci succedutisi nel tempo la possibilità di attivare un tavolo tecnico per individuare una soluzione utile a rendere agibile la struttura. Nonostante le numerose richieste, non è mai stato possibile ottenere un confronto per discutere su come valorizzare l’area, inclusa quella del campo scoperto, realizzato insieme alla palestra dai cittadini, dai giovani di Atina, dagli atleti e dirigenti del Basket Atina a partire dal 1974. Nessuna ipotesi concreta su come poter mettere a disposizione del territorio la struttura è mai stata presa in esame. Va ricordato che, in passato, durante l’emergenza terremoto, il campo scoperto, costruito grazie all’impegno dei ragazzi e dei dirigenti del Basket Atina, ha ospitato camper e famiglie che avevano perso la propria abitazione, assolvendo così una funzione di protezione civile”.

Quindi adesso siete intenzionati ad abbandonare tutto anche l’obiettivo che vi eravate proposti?

“L’intenzione e la certezza, purtroppo, è quella di demolire la palestra e gli spogliatoi. Anzi colgo l’occasione per invitare pubblicamente tutte le ditte interessate a eseguire le opere di demolizione e recupero del materiale — ricordando che si tratta di una struttura in acciaio in ottimo stato — ad inviare preventivi e proposte, in modo da poter selezionare l’impresa più idonea. Si tratta di una decisione sofferta, che non avrei mai voluto prendere. In quasi dieci anni di richieste formali e informali, non si è mai riusciti a ottenere un incontro per valutare la possibilità di rendere agibili le due strutture nel rispetto delle nuove normative di sicurezza e con costi contenuti. Vorrei aggiungere che nel corso di tutto questo tempo abbiamo organizzato iniziative per rendere lo sport come strumento per l’integrazione di ragazzi disabili, coinvolgendo le scuole e le associazioni locali con risultati molto incoraggianti. Abbiamo organizzato corsi di preparazione al basket in carrozzina, di baskin, per dare la possibilità a tutti di fare dello sport, soprattutto a chi vive una disabilità, coinvolgendo le famiglie, per una vera inclusione sociale”.

Un progetto ambizioso, importante e necessario per tanti ragazzi disabili che rischia di naufragare per colpa dell’inerzia dell’amministrazione comunale?

“Purtroppo è così. Viene da chiedersi quali siano le vere motivazioni dietro questa totale inerzia. Vorrei ricordare che il Basket Atina si è trasformato in S.R.L. esclusivamente per poter accedere al mutuo del Credito Sportivo, finanziamento che non è stato ottenuto in quanto, all’epoca il Comune aveva concesso l’area e le autorizzazioni edilizie per costruire su un terreno demaniale. Ribadisco che vi è sempre stata la volontà e l’impegno a coinvolgere e a donare la struttura alla cittadinanza senza alcun ritorno economico, rifacendo tutti i passaggi utili per il bene della comunità. A conferma di ciò, anche nel luglio 2024 è stata deliberata la trasformazione eterogenea della società: con l’approvazione del bilancio 2024 (il prossimo 30/04/2025), indipendentemente da tutto, si procederà con un’assemblea notarile per far tornare la S.R.L. ad essere una società senza scopo di lucro, com’era in origine”.

Tutto questo lavoro andrà ad essere perduto quindi?

“Purtroppo è così. Si parla spesso di “cattedrali sportive nel deserto” e si ignora il valore delle persone che si impegnano per offrire risposte sociali al proprio territorio. Si denuncia la mancanza di palestre disponibili, mentre si trascurano strutture già esistenti che potrebbero essere rese agibili con interventi mirati. Preciso che all’epoca, il Comune aveva concesso l’area e le autorizzazioni edilizie per costruire su un terreno demaniale.  Si è preferito ignorare e lasciar morire, dal 2019, una struttura di questa portata. Complimenti: un’altra “cattedrale abbandonata nel deserto”. Perciò, per togliere ogni disturbo, la demolirò. Questo è lo stato dell’arte. Per il sottoscritto, è una grande delusione. Avevo ricevuto mandato da tutti coloro che hanno reso possibile il Basket Atina, mi riferisco ai dirigenti e alle atlete che non ci sono più. Con rammarico devo dire: MI DISPIACE, HO FALLITO. Peccato, sarebbe bastata solo un po’ di buona volontà. Devo però dire che l’Amministrazione in un modo del tutto singolare, si è ricordato di noi, ha infatti richiesto il pagamento dell’IMU e della TASI dal 2018, per un importo di circa 3.500 euro annui, riferite a strutture non agibili, prive di contratti di fornitura di luce e acqua”.

La situazione descritta dal presidente Torcinaro è davvero paradossale e bizzarra, nonostante l’inerzia e la latitanza il Comune ha avuto il coraggio di chiedere il pagamento di tasse per servizi mai svolti. Il vero dramma è l’impossibilità di avere e poter utilizzare una struttura nel centro di Atina, fruibile da tutti i cittadini che vogliano fare sport, utile e fondamentale per i ragazzi disabili e le loro famiglie di uscire dall’isolamento, impedendo loro di socializzare e di impegnarsi nello sport.

Una triste vicenda che lascia certamente l’amaro in bocca per la mancanza di rispetto del valore etico e sociale dello sport quale mezzo di inclusione, rischia di vanificare il lavoro di decenni per un’incomprensibile immobilità amministrativa. L’ennesima dimostrazione (ahi noi!) che dietro le frasi di circostanza tanto sbandierate nelle manifestazioni ufficiali sull’inclusione sociale e l’attenzione verso i disabili, sembrano più dettate dal voler tranquillizzare la coscienza di qualcuno, in realtà la situazione rimane sempre la stessa e definirla vergognosa è un eufemismo!