Sistema sospetto per la gestione dei visti d’ingresso in Italia dal Marocco, Comitato di Cassino scrive al Ministero Affari esteri

Sistema sospetto per la gestione dei visti d’ingresso in Italia dal Marocco, Comitato di Cassino scrive al Ministero Affari esteri

1 Marzo 2025 0 Di redazione

Cassino – La denuncia parte da Cassino e raggiunge il Nord Africa portando alla ribalta una problematica su cui il ministero degli Affari esteri dovrebbe fare piena luce: quella delle strane difficoltà che si incontrano per ottenere il visto di Ingresso nel nostro Paese dal Marocco.

Difficoltà che ostacola il turismo, i collegamenti imprenditoriali, ma anche la semplice visita di parenti che vogliono fare visita ai cittadini marocchini che vivono in Italia.

La denuncia parte dal Comitato per la Liberazione dei Diritti dei Cittadini e la Restaurazione dei Doveri delle Istituzioni di Cassino.

Alcuni componenti del comitato hanno legami personali con il Marocco e segnalano le gravi difficoltà riscontrate nell’ottenere appuntamenti per le pratiche di visto presso l’Ambasciata d’Italia a Casablanca, tramite il portale ufficiale gestito da una società privata.

Da due anni, cittadini e imprenditori segnalano l’impossibilità di prenotare appuntamenti per richiedere il visto. “Grave e preoccupante – scrive il comitato in una nota – è il fatto che ci risulta che la prenotazione sia resa possibile solo tramite intermediari non ufficiali, che chiedono somme fino a 200 euro per garantire un appuntamento.

Questa pratica non solo ostacola chi desidera visitare l’Italia per turismo, ma danneggia anche gli imprenditori interessati a stabilire relazioni commerciali nel nostro Paese, con evidenti ricadute negative per l’economia italiana”.

Una segnalazione che assume una rilevanza particolare alla luce della recente indagine che ha portato all’arresto di tre funzionari italiani che lavoravano all’ambasciata d’Italia a Dhaka e due bengalesi domiciliati a Roma. Non sono accuse quelle vengono mosse al sistema dei visti di ingresso dal Marocco all’Italia, ma comunque andrebbe verificata una informazione che lo rende sospetto.

Ermanno Amedei