Zamparini, intrappolato tra mafia ed Equitalia
29 Novembre 2011Dall’ufficio stampa Federcontribuenti riceivamo e pubblichiamo:
Vittima del racket, costretto ad ”accontentare” la Cupola, feroce sostenitore della battaglia, nazional – popolare, contro Equitalia e fondatore di un ”Movimento per la gente”. Perchè così diretto e spietato contro Equitalia e tanto omertoso verso la mafia? Dall’inchiesta è emerso che i boss comandavano la gestione del centro commerciale che Zamparini sta realizzando allo Zen stabilendo chi sarebbe stato assunto e a chi sarebbero andati gli spazi commerciali. Non poteva ignorare queste cose, non si ignora la gestione di un progetto quando ci metti i soldi.
Il boss Giulio Caporrimo, già condannato per mafia, voleva gestire il business dei biglietti dello stadio. Si lamentava che i biglietti della partita, ( regalati da chi? ) ,erano vicino agli “sbirri” e sempre lui decideva a chi ”donare ” i tagliandi omaggio.
Giovanni Li Causi, anche lui arrestato, sceglieva le ditte che avrebbero realizzato il nuovo stadio di Palermo. E poi perchè la stampa parla di nuova cupola, perchè tanta attenzione nel ribadire il concetto di ”presunto reato ” è ingiusto nei confronti di quegli onesti commercianti che hanno avuto il coraggio di rivolgersi alle forze dell’ordine, tra cui il titolare della pasticceria Costa di Palermo che si trova a pochi metri dal luogo in cui venne assassinato dalla mafia l’imprenditore Libero Grassi. E quanta evasione fiscale si nasconde in questa notizia?
Matteo Inzerillo, nipote del boss Michelangelo La Barbera, indicato come uomo d’onore della famiglia di Passo di Rigano, lasciava il suo posto di lavoro all’Amat, l’azienda comunale del trasporto locale di Palermo, per incontrare i capimafia nel suo orario di servizio. Bisogna dire che l’amministrazione comunale ignorava l’appartenenza mafiosa?
Se non cambiamo le regole del gioco, resteremo intrappolati nella ”presunzione ” senza incidere in questa lotta che non è mai cambiata, solo accantonata, indebolita, per mano di chi, come emerge dalle inchieste, ne risulta imputato.
Non possiamo ridurci a dare notizie, dobbiamo tornare a commentarle, ad imprimere alle stesse una connotazione umana e morale, solo così la condanna verso tutto ciò che è illecito sarà pubblica e decisiva.
Anche per tutto questo riteniamo sia opportuno per Zamparini e i suoi simpatizzanti rivedere il concetto di dovere civile e lotta sociale. Equitalia è un discorso serio, un malcostume molto più radicato, pieno di anfratti mai approfonditi e non deve diventare strumento di propaganda o semplice populismo. Non si tratta di essere contro Equitalia, si tratta di ridare dignità ai contribuenti, di garantirgli tutela, uguaglianza nei trattamenti, la possibilità di vivere del proprio lavoro senza dover cedere allo Stato più di quanto il reddito concederebbe. Si tratta di contrastare il fenomeno dell’usura che avviene, in barba ad ogni norma, attraverso l’aggio sulle cartelle esattoriali.
Di salvare milioni di piccoli imprenditori e con essi l’economia nazionale. Equitalia è il boia, solo l’esecutore di una politica privata, per questo noi di Federcontribuenti oltre a contrastare Equitalia, a denunciarne i vizi e gli abusi, portiamo avanti la nostra idea di riforma fiscale e tributaria. Ma forse, alla mafia, o ad altri, fa comodo avere un Zamparini in trincea.
Carmelo Finocchiaro
Presidente di Federcontribuenti