Taralli e hashish, i carabinieri ne sequestrano 19 chili e arrestano 4 persone
16 Gennaio 2012I carabinieri della compagnia di Chieti nella mattinata di sabato 14 gennaio hanno tratto in arresto quattro persone per detenzione ai fini di spaccio di circa 19 kg. di hashish.
Sotto costante sorveglianza dei militari, dopo diversi movimenti sospetti, durante i quali, tre foggiani e un pescarese, si sono scambiati più volte i posti all’interno di due autovetture, una Vw Golf e una Citroen C3, trasportando da una macchina all’altra uno scatolone apparentemente contenete confezioni di taralli pugliesi, sono stati fermati dai militari che proprio sulla C3, nascosti dietro i pannelli delle portiere anteriori, rinvenivano 200 panetti di hashish per un peso complessivo di circa 19 kg.
Sono così finiti in manette:
– Cavallito Luca, 38enne di Montesilvano, ex calciatore di categorie minori;
– Direda Francesco, 32enne di Cerignola (Fg), commerciante ambulante;
– Dilorenzo Vincenzo, 35enne di Cerignola (Fg), imprenditore e contitolare della ditta che produce i taralli;
– Garofalo Giancarlo, 44enne di Cerignola (Fg), impiegato presso la ditta del Dilorenzo.
All’interno delle autovetture, entrambe sottoposte a sequestro, oltre allo stupefacente, sono stati trovati circa 20 cartoni, identici a quello con cui trasportavano l’hashish, contenenti però confezioni di taralli pugliesi prodotti dalla ditta di uno degli arrestati.
Sui panetti di hashish spicca impressa l’immagine di un dromedario, riprova della particolare qualità della droga sequestrata che quasi sicuramente sarebbe stata immessa nel mercato dell’area metropolitana chieti-pescara, circostanza supponibile dai diversi movimenti eseguiti dai quattro che si sono spostati diverse volte dalla periferia di Pescara verso hinterland teatino.
Lo stupefacente sequestrato avrebbe fruttato al dettaglio circa 150.000 euro.
I quattro, dopo l’arresto, sono stati associati al carcere di Chieti.
Le indagini, volte ad appurare l’originaria provenienza dello stupefacente, sono ora coordinate dal sostituto procuratore dr. Giuseppe Falasca della procura di Chieti.