Camera di Commercio: presentati i risultati dell’Istituto Tagliacarne su prospettive e dinamiche del tessuto economico provinciale
2 Marzo 2012Questa mattina, alla presenza del presidente nazionale di Unioncamere Ferruccio Dardanello, del presidente della Camera di Commercio di Frosinone Florindo Buffardi e del presidente del Consiglio regionale del Lazio Mario Abbruzzese, sono stati presentati dal dott. Paolo Cortese, responsabile Osservatori Economici dell’Istituto Tagliacarne, i tre approfondimenti tematici sulle dinamiche e le prospettive del tessuto economico della provincia di Frosinone. In apertura dei lavori il presidente Buffardi ha ricordato la figura del presidente della Camera di Commercio Mario Papetti, scomparso l’8 marzo del 2011. Al presidente Papetti, ricordato in apertura del suo intervento anche dal presidente Dardanello, è stata intitolata la sala convegni della sede dell’Ente camerale di viale Roma.
L’intervento del presidente della Camera di Commercio, Florindo Buffardi. “L’economia del nostro territorio cresce. Cresce più di quella regionale e di quella nazionale. Ma i nostri giovani ed i nostri disoccupati non trovano lavoro, la nostra tradizionale capacità di accumulare risparmio sta progressivamente scomparendo, le nostre imprese stanno vedendo dissolversi – giorno dopo giorno – i mercati locali sui quali da sempre vendevano i loro prodotti. E’ la grande contraddizione di questo territorio che tra poco ci verrà illustrata dalla relazione elaborata dall’Istituto Guglielmo Tagliacarne.
Una contraddizione sulla quale ritengo che la Camera di Commercio debba concentrarsi in una riflessione che la terrà impegnata per i prossimi anni: sarà questo il tema che deciderà le sorti economiche del nostro territorio. La nostra capacità di individuare una soluzione sarà determinante per il futuro.
Le cifre ci dicono che una parte del tessuto produttivo della provincia di Frosinone sta reagendo. Ma nello stesso tempo un’altra parte sta franando e si sta sgretolando. Sono entrati in crisi anche comparti tradizionali della nostra economia: l’edilizia sta scontando oltre ogni misura la crisi globale, aspettiamo fiduciosi i risultati promessi dal Piano Casa; l’imprenditoria giovanile sta collassando, le attività under 35 si stanno piegando sotto il peso di una situazione globale che non concede sconti a chi non è strutturato e non ha le spalle larghe.
Chi si è proiettato sui mercati esteri, chi ha fatto innovazione di processo e di prodotto, chi è riuscito a superare le logiche provinciali e fare sistema, sta trainando il resto dell’economia del nostro territorio.
Siamo di fronte alla fase nella quale, una volta giunti alla fine, il nostro tessuto industriale risulterà pesantemente trasformato. In che modo avverrà questa trasformazione, ancora una volta, dovremo essere bravi noi della Camera di Commercio nella sua interezza ad anticiparlo, in modo da indicare le rotte e le strategie a chi vuole combattere questa battaglia.
Dobbiamo ripetere l’impresa che ci ha visto protagonisti quattro anni fa: allora, questa Camera di Commercio ha saputo individuare il guado che le imprese dovevano percorrere al fine di attraversare nella maniera più rapida possibile la crisi strutturale che all’epoca era solo all’orizzonte. Grazie, anche allora, ai preziosi indizi che ci vennero forniti dall’Istituto Tagliacarne, individuammo cinque linee guida.
La prima. Le infrastrutture. Dicemmo che bisognava ristudiare la nostra rete infrastrutturale, sviluppando un modello che fosse più aderente alle esigenze della nostra economia. Decidemmo allora di investire sull’aeroporto di Frosinone e puntare su un modello aggiornato di Interporto. Siamo lì, al nostro posto, non da silenziosi spettatori ma da responsabili protagonisti che hanno fatto sentire il peso delle proprie idee.
La seconda. Il credito. Le nostre imprese rischiavano di soccombere ma non per loro incapacità gestionale, non per loro arretratezza, non per demeriti sul mercato. Rischiavano di soccombere a causa della crisi di liquidità che è stata comune a tutta l’Italia. Occorreva intervenire sull’accesso al credito. Lo abbiamo fatto, finanziando le garanzie ai fidi, attraverso le quali sbloccare le risorse che hanno poi consentito a molte imprese di respirare. Oggi abbiamo il dovere di rendere onore al merito del sistema creditizio locale: le banche del nostro territorio sono quelle che più di tutte hanno aderito alle nostre strategie. E lo stanno facendo in maniera concreta: stanno erogando crediti in maniera largamente superiore ai risparmi che sono riusciti a raccogliere. Se ancora resiste il nostro sistema, basato sulle micro, piccole e medie imprese, spesso lo dobbiamo proprio a questo.
La terza. L’internazionalizzazione. Prevedemmo con sufficiente anticipo che le nostre imprese avrebbero dovuto confrontarsi con il calo della domanda interna. E comprendemmo che era possibile compensare quel calo con un aumento dei fatturati sui mercati esteri. Va dato atto alla nostra azienda speciale sull’internazionalizzazione, Aspin, di avere svolto un lavoro egregio, centrando i risultati che speravamo di ottenere. Infatti, come sentiremo tra poco nell’esame delle cifre, sono aumentati i nostri volumi d’affari sui mercati stranieri che avevamo deciso di stimolare. E sono loro a trainare oggi la nostra economia.
La quarta. La formazione. Le cifre ci dissero che eravamo tra le ultime province italiane per accesso alla formazione ed aggiornamento professionale. Anche in questo caso è stata una delle nostre aziende speciali, Innova, a raccogliere la sfida. Gli indicatori esaminati dagli esperti del Tagliacarne ci dicono oggi che abbiamo ampiamente colmato quel gap con il resto d’Italia.
La quinta. Il turismo. Gli analisti ci dissero che questo comparto era quello in grado di sopperire meglio, seppure non del tutto, alla flessione dei settori tradizionali della nostra economia. Le potenzialità naturali del nostro territorio, i suoi monumenti, la genuinità e tipicità di molti nostri prodotti, fanno della Ciociaria un mercato ideale per determinate fette di turisti: quelli alla ricerca di tranquillità , di relax a contatto con la natura, di prodotti tipici e caratteristici. Segnali incoraggianti arrivano ora dal comparto del turismo ma dobbiamo ancora lavorare per riuscire a creare una vera industria dell’accoglienza sul nostro territorio. Intanto, abbiamo ottenuto risultati concreti dalle nostre partecipazioni alla Bit di Milano, siamo stati protagonisti del Buy Lazio, abbiamo iniziato a creare il nuovo segmento del turismo fuori porta.
Ma non dobbiamo cullarci sui nostri successi. Il presente è già passato. Noi dobbiamo guardare al futuro. E confrontarci con quelle criticità e quelle contraddizioni che dicevamo all’inizio. Dobbiamo capire come dobbiamo cambiare per vincere la sfida.
Le cifre questa volta ci indicano tre vie d’uscita.
La prima: dobbiamo far crescere la domanda aggregata. E questo può avvenire soltanto passando attraverso l’internazionalizzazione commerciale ed una maggiore domanda espressa sul territorio. Dobbiamo allargare la base delle nostre imprese che si proiettano sui mercati stranieri, dobbiamo concentrarci sulle imprese di piccola dimensione mettendo anche loro in condizione di essere presenti sulle piazze internazionali, magari attraverso percorsi di accompagnamento ai mercati esteri e di aggregazione, come le reti di impresa. Dobbiamo scoprire il significato concreto dell’espressione: economie di scopo.
Sul mercato interno: dobbiamo vincere la sfida del turismo. Continuiamo ad avere enormi potenzialità turistiche inutilizzate. E’ arrivato il momento di lavorare in un’ottica di Sistema integrato di nicchia. Nei prossimi mesi saremo chiamati a rispondere ad una richiesta che con chiarezza emerge dallo studio che vedremo oggi: dobbiamo essere capaci di creare un consorzio in grado di aggregare i diversi attori del panorama turistico e di veicolarli verso una maggiore e più consapevole promozione sia in Italia che all’estero.
La seconda via d’uscita dalla crisi: ridurre le diseconomie esterne. Le banche locali stanno facendo la loro parte, nonostante la scomparsa della capacità di risparmio. Noi dobbiamo sostenerle. E lo possiamo fare attraverso un ulteriore potenziamento del sistema dei Confidi, che rappresenta ormai l’unico veicolo per l’accesso al credito soprattutto per le imprese più piccole e sottocapitalizzate.
Prima che sia troppo tardi questo territorio deve scoprire il valore delle “utilities alle impreseâ€: Camera di Commercio lo ha fatto investendo, attraverso Innova, su un master universitario di portata nazionale che ha visto spalancarsi la porta di grosse opportunità di lavoro per tutti i nostri corsisti.
La terza strada. Dobbiamo aumentare e migliorare qualitativamente la nostra produttività : è arrivato il momento di giungere alla creazione di un Sistema Produttivo della Logistica e dei Trasporti; dobbiamo comprendere che le nostre imprese non hanno futuro senza un massiccio ed intenso ricorso alla formazione, che non è una perdita di tempo ma un enorme valore aggiunto in prospettiva.
In che modo concreto fare tutto questo. E’ questa la sfida che attende la Camera di Commercio. E’ su questo che dovrà avviare il confronto al suo interno per individuare una sintesi tra le sue tante esperienze. Qualsiasi sia la risposta, chiunque ne sarà l’interprete, ancora una volta auspico che sia una soluzione condivisa ed ottenuta dalla nostra capacità di superare le divisioni e fare squadra per il bene del territorio”.
Nel suo intervento il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, ha sottolineato: ““Frosinone è una terra industriosa, ricca dell’ingegno dei suoi 47mila imprenditori che stanno fronteggiando con energia e passione la grave crisi che attraversa il Paese. Come Camere di Commercio siamo al loro fianco, operando a favore della semplificazione amministrativa, del sostegno all’internazionalizzazione, per l’integrazione delle imprese nelle reti affinché questo renda più agevole il loro rapporto con la ricerca e l’innovazione. Ma senza risorse economiche e finanziarie l’impresa non ha futuro. Per questo abbiamo promosso una iniziativa di sistema per favorire l’accesso al credito delle Pmi e per l’accelerazione degli insopportabili tempi di pagamento della Pa che compromettono la competitività e la sopravvivenza stessa delle imprese.” E’ quanto dichiarato dal presidente di Unioncamere nazionale Ferruccio Dardanello, intervenuto questa mattina presso la Camera di Commercio di Frosinone in occasione della presentazione dei tre approfondimenti tematici realizzati dall’istituto Tagliacarne sulle dinamiche e le prospettive del tessuto economico della Provincia di Frosinone”.