Cerchi di pietra della Radicosa, domani sopralluogo di Adriano Forgione
17 Marzo 2012Il noto ricercatore del mistero Adriano Forgione, direttore della rivista “Fenix. Misteri della storia e del sacroâ€, domenica 18 marzo si recherà sul Monte Sambucaro per vedere gli ormai celebri cerchi concentrici di pietra. Forgione, oltre ad essere un editore e giornalista è pure un esploratore degli angoli più perduti e misteriosi del pianeta ed è conosciuto in tutto il mondo. È stato direttore responsabile delle riviste “Hera. Miti, civiltà scomparse, misteri archeologiciâ€, “Graalâ€, “Misteri di Heraâ€, “Area 51â€. Inoltre ha realizzato varie monografie e documentari dedicati a tematiche misteriose. Conferenziere anche in convegni internazionali. E’ pure un personaggio televisivo. Infatti ha collaborato con trasmissioni televisive e radiofoniche di successo. Tra cui “Voyagerâ€, “Turisti per casoâ€, “Stargate. Linea di confineâ€, “Enigmaâ€, “I popoli del mareâ€, “Misteroâ€. Ha deciso di venire domenica mattina a San Vittore del Lazio, accompagnato da altri ricercatori, per vedere di persona i cerchi concentrici di pietra, ai quali la sua rivista “Fenixâ€, nel numero in questi giorni nelle edicole, ha dedicato un lungo articolo. Un occasione unica, quella di domenica prossima, e non solo per gli appassionati di misteri, di incontrare un personaggio a livello nazionale ed internazionale come Forgione, nel pieno di una sua ricerca. Ma pure un’occasione per il territorio per essere al centro dell’attenzione nazionale.
Vorrei ricordare a tutti gli appassionati, che da diversi anni la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio porta avanti un progetto di ricerca che abbraccia tutto il massiccio del Sammucro e che nel corso del 2011, gli ormai celebri cerchi sono stati oggetto di una campagna di scavo i cui dati saranno resi noti il 29 marzo 2012 presso l’Istituto Olandese a Roma durante il convegno Lazio e Sabina.
Sono davvero felice che un personaggio dello spessore di Adriano Forgione si sia recato a visitare i “cerchi concentrici” del Sambucaro. Senza nulla togliere agli archeologi che fanno il loro lavoro, vorrei dire una cosa. Ma perchè tutte queste cose si sono sapute soltanto adesso. che cosa aspettvano a dircelo? Oppure certe ricerche e scoperte sono solo per gli addetti ai lavori? Oppure non si ritiene di dover divulgare certe cose ad un publbico più vasto? L’opinione puibblcia va tenuta all’oscuro? E perchè?
Grazie. Maurizio
Caro maurizio, precisando che le attività di scavo della soprintendenza nel comune di san vittore del lazio sono state già comunicate ufficialmente ed a ogni tipo di fruitore – appassionato,storico,archeologo,etc. – durante la settimana dei beni culturali 2010 tenutasi nel comune di san vittore del lazio, nella mostra tenutasi a Roma al vittoriano nel 2009, durante il convegno lazio e sabina del 1 aprile 2011, si ricorda che il 29 c.m. verranno presentati i risultati degli scavi e delle ricerche 2011-2012 e sarà presentato il volume contenente gli articoli su san vittore del lazio stampato dalla casa editrice quasar. Per la diffusione scaturita dalle segnalazioni di nardelli, è stato ritenuto opportuno farne una prima comunicazione per sottolineare che il patrimonio è costantemente monitorato, che gli entusiasmi divengono,per fortuna, ricerca e per precisare che il sito montano del massiccio del sammucro non deve diventare un mistico sito turistico ma essere rispettato come contenitore di tracce anche recenti dell’antropizzazione più che evidente.Dunque nessuna opinione pubblica è stata mai tenuta allo scuro. Basta chiedere ai san vittoresi che spesso hanno scambiato informazioni o semplicemente giornate con chi ha effettuato a più titoli la ricerca!
Ho appena visto su una tv locale l’intervista all’archeologo che ha scavato sul Monte Sambucaro in relazione al mistero con i cerchi di pietra. Francemente non mi ha affatto convinta la sua spiegazione del mistero. Ed ha fatto bene l’emittente a scrivere “svelato il mistero” con il punto interrogativo. E’ possibile che ogni volta che qualcuno dice qualcosa di non gradito all’archeologia ufficiale poi salta fuori che sanno tutto loro. Mi pongo una domanda, se Antonio Nardelli non avesse divulgato la notizia dei cerchi di pietra, gli archeologi sarebbero andati in Tv ad informare i cittadini sulle loro ricerche? E perchè non sono andati domenica 18 marzo sulla montagna quando c ‘era pure Adriano Forgione? Forse snobbano Adriano Forgione? Se non altro grazie alal sua rivista FENIX , tutta Italia sa dove si trova San Vittore del Lazio e Monte Sambucaro.
Sonia.
in relazione a quanto ha scritto la signora Sonia si precisa: Nessuno del gruppo di ricerca Summa Ocre ritiene di sapere tutto e dare per assoluti i propri risultati.La c.d. archeologia ufficiale prima di affrontare il discorso dei cerchi ha studiato le fonti monastiche di Montecassino, le cartografie ufficiali dal IV sec. d.C. ad oggi, le foto aeree della seconda guerra mondiale e piu recenti. Dei misteriosi cerchi, come si definiscono ora, in queste foto aree non vi è traccia nella documentazione almeno fino agli anni 90. Ma tracce di coltivazioni c.d. a girapoggio nell’area se ne riconoscono a centinaia. Le ricerche sono state pubblicate a più riprese e mai nascoste ed il merito di Nardelli di aver permesso all’archeologia ufficiale di avere più visibilità è indiscutibile.Sulle affermazioni di Adriano Forgione si rimane comunque distanti per l’approccio differente nella ricerca,nelle tesi e nei risultati. L’incontro domenicale poi è saltato per motivi personali e familiari ma si precisa che con i ricercatori del mistero c’è un rapporto diretto e di scambio di informazioni. Infine, nel catalogo delle mura megalitiche presentato durante una mostra di Archeologia Ufficiale al Vittoriano in Roma, San Vittore del Lazio e l’intera provincia hanno avuto una visibilità di spessore.Qui ,come in altri momenti della ricerca, i siti definiti minori hanno avuto non solo sensazionalistica celebrità ma l’affermazione del valore storico che ogni ambito territoriale ancor oggi suscita alimentando emozioni e dibattiti.
Al momento non voglio entrare nel merito della reale natura degli ormai famosi “cerchi concentrici” del Monte Sambucaro. Non ho avuto modo di vedere l’intervista di cui parla Sonia e quindi non so che cosa abbiano detto glia rcheologi intervisttai. ma stos eguendo la vicenda tramite internet e le pubblicazioni. E credo che gli archeologi siano finiti in una polemica che non fa onore all’archeologia.
Aldilà degli indubbi meriti di chi fa ricerca e scava per far luce sul nostro passato, è il caso di ammettere che nella vicenda dei “cerchi concentrici” c’è stato un deficit di comunicazione.
Infatti non basta dire che le ricerche non sono mai state nascoste o che mura di S. Vittore sono state presentate al Vittoriano (anni fa!).
Io sono di Roma, eppure, pur essendo una appassionata di archeologia (faccio parte di un “Archeoclub”) non avevo mai sentito parlare del sito del Sambucaro. Figuriamoci una persona che vive a Milano, Venezia o Napoli.
Su internet (forse sbaglierò, ma non credo) io non ho trovato una virgola degli scavi sul Sambucaro, prima che scoppiasse questo “affaire”.
Quindi qualcosa non ha funzionato. Dove sono gli atti delle ricerche, degli scavi del sito? Si possono consulatre? Perchè non viene detto dove si possono visionare?
Vedete cari archeologi, ecco che ricadete di nuovo nello stesso errore. Dovete fare informazione, divulgazione. Cosa nella quale sono stati molto più bravi quelli che voi chiamate “ricercatori del mistero”. Inutile negarlo. hanno reso un grande servizio al territorio e, in seconda battuta pure a voi.
Si può non concordare con l’approccio di Forgione (io sono una lettrice di FENIX e prima ancora di HERA, altra rivista da lui diretta, non sempre concordo con quanto viene pubblicato, ma si deve ammettere che hanno una capacità di divulgazione davvero notevole).
Quindi, per conlcudere, non abbiatene cari archeologi per la tiratina di orecchie.
In Italia (quindi il discorso è generale e non riguarda nessuno in particolare) c’è proprio questa mancanza di comunicazione tra gli “addetti ai lavori” ed il pubblico. Che, credetemi, è molto più vasto di quello che si possa pensare.
Anita Cordaioli., Roma.