Carabinieri morti, un rapporto incrinato e tante ipotesi per il movente del l’omicidio suicidio
22 Giugno 2012Perché tanta violenza? Cosa può aver fatto scattare la molla della follia omicida tanto da far incamminare il luogotenete Angelo Simone (nella foto in basso), 52 anni, divorziato, padre di due figli, comandante della stazione carabinieri di Mignano Monte Lungo, sul sentiero del non ritorno? Sono domande che si pongono i cittadini di Mignano e i tanti commilitoni che hanno conosciuto i due sottufficiali.
Sarà difficile dare loro risposta esaustive. Quel che è rimasto nella caserma di via Piante a Mignano oggi, sono i corpi senza vita di due carabinieri, oltre a quello di Simone, anche quello del maresciallo vice comandante di stazione, Tommaso Mella (nella foto in basso), 40 anni di Cassino, sposato e padre di una bambina di 12 anni. Un terzo carabiniere, quello che era di piantone, è rimasto sotto shock per aver assistito all’agghiacciante scena dell’omicidio-suicidio.
Forse l’eccessiva calura ha reso incandescente un loro litigio, avranno pensato in tanti, considerando che i due, poco prima delle dieci erano tornati da un servizio di controllo; ma la risposta non convince. Neanche convince l’ipotesi del movente passionale che in prima battuta sembrava quello più credibile.
L’ambiente dei militare e quello investigativo (coordina le indagini la procura della Repubblica di Cassino) rimangono particolarmente abbottonati, perciò restano solo ipotesi e le ricostruzioni di un rapporto professionale che ormai, tra i due, si era incrinato da tempo. Il comandante che si era tra l’altro distinto qualche anno fa in una brillante operazione che portò all’arresto del boss dei Casalesi, Giuseppe Setola, sembra avesse chiesto un allontanamento del suo vice dalla caserma. Tra i due non correva certo buon sangue e non è da escludere che venisse meno anche il rispetto dovuto a un superire. Pare inoltre che ieri, in caserma sarebbe dovuta arrivare una ispezione e che si sarebbero dovute dare risposte in merito a fatti amministrativi. Una aspetto questo poco chiaro anche su quanto la visita ispettiva fosse dovuta ai rapporti di acredine tra i due. Resta il fatto che quei due colpi di pistola, quello che ha ucciso il maresciallo Mella e quello che ha ucciso il maresciallo Simone, continueranno ad echeggiare a lungo nelle orecchie dei mignanesi.
E' ovvio che tra i due c'era un rapporto deteriorato ed insostenibile. Il vice aveva denunciato il comandante per irregolarità amministrative. Una chiara dimostrazione di risentimento estremo, considerato anche che l'inferiore in grado aveva denunciato il superiore. Come potevano stare insieme? In questi casi le persone vanno separate. Sarebbero stati entrambi da movimentare (per non dare ragione ad uno dei due in attesa del compimento di un'indagine amminstrativa, se non penale) appena noto il rancore reciproco e quanto meno al momento della denuncia.
il maresciallo simone non muoveva un dito da anni,neanche le manette al famoso marlon brando di mignano,e alla banda dei saracari,se voleva farla finita ben venga ma nn è giusto che aurora oggi non abbia più un padre
giustamente ad aurora ci si pensa vero carlo???christian e gabriele di 12 anni,figli del marescialli simone,a loro nn ci si pensa,nn si pensa al dolore di 2 famiglie ripeto 2,che significa nn muoveva le manette??chi sei tu per sindacare su indagini interne in ambito di una caserma??che ne sai come si svolge un’indagine,se dovete parlare da stolti e da ignoranti e gradito il silenzio
per rispetto di chi legge,dato ke l’articolo puo essere visionato da tutti,contenetevi nel condannare chi nemmeno conoscevate