La metà dei comuni italiani non raccoglie i cani randagi
13 Agosto 2012Da Aidaa riceviamo e pubblichiamo: Con una nota inviata oggi al ministero della salute ed in particolare al sottosegretario Cardinale AIDAA denuncia la mancata applicazione della legge 281/91 contro il randagismo da parte di almeno la metà dei comuni italiani che nel mese di agosto (periodo di maggiore abbandono dei cani) non ha attivato il servizio di raccolta dei cani randagi la cui competenza per legge è dei sindaci e da loro demandata quasi sempre al servizio di polizia locale o in appalto a servizi esterni di accalappiamento dei cani o attraverso servizi gestiti direttamente dal settore veterinario della ASL. In alcune regioni come la Puglia, la Campania, ma anche Sicilia, Sardegna ed a Abruzzo nei mesi estivi ed in particolare in agosto l’assenza di servizio continuativo di raccolta dei randagi raggiunge in alcune provincie anche il 70% dei comuni dove specialmente nei giorni festivi e nei fine settimana non è possibile segnalare la presenza dei cani randagi nel territorio comunale in quanto nessuno interviene per raccogliere i cani randagi. La mancanza di un servizio di raccolta dei cani randagi (anche per alcuni giorni al mese) e l’assenza dei canili sanitari è di fatto una violazione della legge sul randagismo da parte di oltre 4.000 sindaci italiani che saranno denunciati dall’Associazione italiana difesa animali ed ambiente per il reato di omissione di atti d’ufficio. AIDAA ricorda inoltre che secondo gli ultimi dati del ministero in Italia sono circa 500.000 i cani randagi la cui presenza è concentrata principalmente nelle regioni del centro-sud Italia, mentre solamente 150.000 sono ospitati nei canili pubblici e privati italiani e si stima che ogni anno vengano abbandonati almeno 100.000 cani su una popolazione totale di circa 10.000.000 di cani presenti nelle famiglie italiane.