Petrarcone: “Non possiamo permettere che i rifiuti di Roma vengano smaltiti nel nostro territorio”
4 Gennaio 2013“Qualora si verificasse realmente l’ipotesi di smaltire i rifiuti di Roma nelle altre province del Lazio ed in particolare nei tre impianti che sono in provincia di Frosinone, ci troveremmo di fronte all’ennesimo attacco rivolto alle autonomie locali, all’intero territorio e soprattutto alla salute pubblica oltre che al buon senso.†A dichiararlo è il sindaco di Cassino, Giuseppe Golini Petrarcone, in merito al decreto che il Ministro Clini si appresterebbe a firmare per smaltire i rifiuti della capitale anche negli impianti di Colfelice, Roccasecca e San Vittore del Lazio.“Non è possibile – ha continuato il sindaco – che questo territorio debba subire anche questa situazione, soprattutto non si può consentire di inondare di immondizia le province del Lazio perché in questi anni Roma non è stata in grado di chiudere il ciclo dei rifiuti. Questo nonostante l’ottimo lavoro dal Presidente Zingaretti che in ambito di raccolta differenziata ha portato la provincia di Roma ad essere una delle più virtuose per la promozione e l’incentivazione alla raccolta porta a porta. Purtroppo però, questo processo virtuoso si è fermato alla provincia e non è arrivato a Roma e di certo il piano rifiuti regionale, da poco approvato, non ha assolutamente fornito l’apporto necessario per migliorare il ciclo dei rifiuti in Regione. Quello dei rifiuti, infatti, è un problema che in Italia ci portiamo avanti già da troppo tempo. Ricordo che nel 1994, durante il mio primo mandato di sindaco a Cassino, una legge Regionale imponeva ai comuni il divieto di conferire i rifiuti al di fuori dei confini regionali, rendendo di fatto necessaria l’individuazione di un sito di stoccaggio nel territorio comunale. Provvedimento che, nel pieno rispetto della normativa e nonostante le critiche conseguenti a quella decisione, fu preso dalla mia Amministrazione con la realizzazione della discarica Panaccioni. Ora veramente non capisco perché, invece, Roma non debba provvedere a smaltire i propri rifiuti all’interno del proprio territorio. Tanto più che i tre impianti in provincia, in virtù di uno sciagurato piano regionale, non solo raccolgono da anni i rifiuti di tutta la provincia di Frosinone, ma anche dei comuni di Minturno e Gaeta e di altri centri minori del sud pontino. È arrivato quindi il momento di dire basta; non possiamo prendere nel nostro territorio i rifiuti di chi non ha fatto e non ha in programma di fare la raccolta differenziata. Noi come Amministrazione ci apprestiamo a far partire il porta a porta perché siamo convinti che sia il modo migliore per gestire il ciclo dei rifiuti ed è paradossale pensare di dover ricevere immondizia che non produciamo. Ecco perché non possiamo più accettare questo tipo di logiche e qualora l’insensato disegno del Ministro Clini dovesse divenire realtà siamo pronti a far sentire la nostra voce con forza e facendo ricorso a tutte le iniziative possibili. Questa Amministrazione comunale è fermamente contraria all’annunciato provvedimento e se necessario sono pronto a convocare una Consulta dei Sindaci del Lazio Meridionale per discutere la questione e concordare un’azione comune per bloccarne l’emanazione.â€
Caro Petrarcone, condivido la sua reazione alla possibilità che gli impianti che odiamo vengano aperti vicino casa sua. Ma esistono nell’emergenza, tanto invocata per continuare con le vecchie discariche, i Siti Militari dove una volta sparavano con le armi, sono territori enormi e lontani dalle case. Inoltre sono pubblici e quindi un impianto provvisorio, in attesa del ciclo virtuoso, può essere controllato efficacemente, cosa impossibile quando i siti sono privati. Vedi Malagrotta. Inoltre, e non è da trascurare, non sono possibili nel loro uso TANGENTI. Giorgio Biuso
Grazie