Il Fiume Rapido ancora nelle mire degli imprenditori per centraline elettriche. Italia Nostra: “Adesso basta”
22 Aprile 2013Italia Nostra dice basta allo sfruttamento selvaggio del Fiume Rapido di Cassino e si schiera, come ha sempre fatto, contro progetti che puntano a sfruttare economicamente il fiume, impoverendolo dal punto di vista ambientale e naturalistico. Il presidente di Italia Nostra Cassino Angelo Spallino in una nota scrive:
“Con una procedura già nota, il 23 aprile 2013 si svolgerà un primo sopralluogo sul fiume Rapido per una delle richieste avanzate da privati per la costruzione di nuove centraline idroelettriche. Chiaramente non sono state invitate le associazioni ambientaliste. La scusa la conosciamo, il motivo del mancato invito lo conoscono bene ed è l’azione di vigilanza costante evidentemente non gradita.
Ancora i conti non sono chiusi con la centralina S.E.R. e già altri progetti rischiano di uccidere definitivamente un fiume che per molti tratti ha visto scomparire la specie ittica sua ricchezza e vanto: la trota salmonata del fiume Rapido, Salmo Trutta Fario. Essa, senza acqua pulita e corrente ha dovuto lasciare il campo ai cavedani amanti dell’acqua inquinata e ferma.
Certamente Italia Nostra è favorevole allo sviluppo delle energie rinnovabili, ma nel campo idroelettrico si è raschiato il fondo del barile sia nella nostra zona che in tutta Italia.
Scommettiamo che martedi, come accaduto tanti anni fa, ci sarà tantissima acqua? Ci sarà , come accade dal 1952, l’acqua del Fiume Melfa deviata con una condotta di 14 km dal bacino artificiale di Grotta Campanaro. Questa acqua, che dovrebbe far vivere il Melfa, ha ripreso a far gola a nuovi imprenditori delle rinnovabili che come l’oste giura sulla bontà del proprio vino affermeranno che il micro e picolettrico sono a rischio zero per l’ecositema.
Ma se le loro affermazioni sono comprensibili non si capiranno quelle di quegli enti che probabilmente autorizzeranno: è già successo per la centralina S.E.R. e succede ogni giorno per la centrale Enel dell’Olivella che beve tutto il Melfa. E nessuno dice stop al massacro del fiume Melfa che va spesso in secca nonostante l’obbligo a rilasciare un D.M.V. che ne garantisca la sopravvivenza.
Martedì saremo sul fiume Rapido per ribadire il nostro pieno diritto di intervenire. Intanto domani, lunedì, cercheremo di informare di queste nostre intenzioni chi in Provincia ha organizzato il sopralluogo.
La Società Civile di cui Italia Nostra si onore di appartenere ha già bloccato sul nascere almeno tre altri megaprogetti sul Gari e sul Liri ed è riuscita a non far morire del tutto il Rapido per il quale sta preparando una nuova richiesta di fermo derivatorio e sequestro conservativo.
E siamo così sicuri delle nostre ragioni che anticipiamo qualcosa: a chi ci dirà che il Fiume Rapido è stato declassato noi chiederemo perché e da chi… e nelle sedi opportune (non ultima la Procura della Repubblica) spiegheremo che è stata una scelta per favorire le mire speculative urbanistiche ed idroelettriche di qualcuno.
Non dormivamo allora e non dormiremo nemmeno adessoâ€.