La Croazia entra a far parte del firmamento di stelle cadenti
13 Luglio 2013di Max Latempa
Cosa avranno mai da festeggiare i croati all’indomani dell’ingresso della Croazia nella UE non è dato a sapersi.
Proprio mentre molti paesi membri accarezzano l’idea di una seria exit strategy da Bruxelles e c’è chi addirittura ha stabilito per legge un referendum per decidere sul da farsi (la Gran Bretagna), i croati imboccano una porta dalla quale una fiumana di gente si accalca per sortire in direzione opposta.
Sembra assurdo, ma e’ quello che sta avvenendo.
L’ adesione croata all’ Europa è un processo partito molti anni fa e concretizzatosi ufficialmente il 1° luglio scorso. Nel corso degli ultimi anni le prospettive sono però notevolmente mutate ed i croati si sono trovati prigionieri di un sogno che avevano coltivato credendo alla favola di Bengodi. L’ Europa invece ha da tempo mostrato a tutti la sua vera faccia ed il benessere promesso sulla carta si è dissolto come neve al sole. Le aree sviluppate e benestanti hanno via via perso la loro struttura industriale, travasata verso est nel nome della più scellerata delocalizzazione mai vista. Le aree in via di sviluppo hanno visto troncati i progetti di crescita e sono rimaste in mezzo al guado senza crescita, senza sviluppo e senza futuro. Le aree orientali, orfane del muro, hanno ottenuto fondi e sviluppo industriale ma ben presto si sono accorte che sarebbero divenute colonie assoggettate al volere delle multinazionali. Le aziende sono arrivate, certo, ma con stipendi di serie B. Lo sfruttamento travestito da emancipazione.
Vi sono poi tutt’ora anche zone esterne alla Ue che godono di condizioni molto favorevoli e che attirano aziende e produzioni dirette al mercato europeo: Serbia, Marocco, Svizzera.
Quantomeno si deve ammettere che i croati sono arrivati con un po’ di ritardo.
Ma allora cosa hanno da festeggiare?
In realtà i festeggiamenti ce li hanno fatti vedere in televisione, come si conviene nel rispetto del patto di servilismo tra stampa e politica. Gente in piazza con la bandiera blu stellata, sovrani e capi di stato insieme a darsi strette di mano e pacche sulle spalle, discorsi e pistolotti. Fuochi artificiali.
Il dato vero invece è il seguente: 6 croati su 10 non volevano l’adesione.
Allora evidentemente gli altri 4 festeggiavano perché sapevano di diventare tutti impiegati di Bruxelles. Caporali in un mondo di soldatini.