False residenze per ottenere il sostegno dall’Inps, cinque argentini denunciati
12 Settembre 2013Dichiaravano di essere residenti in Italia e denunciavano all’Inps redditi minimi per percepire l’assegno sociale di sostentamento. Invece si trattava di stranieri, in età pensionabile, di fatto domiciliati fuori dai confini nazionali.
A finire nel mirino dei militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Caserta cinque persone, di nazionalità argentina, che, subito dopo aver sistemato in Italia l’iter dell’assegno sociale, si erano trasferite in Spagna, dove vivevano stabilmente.
I cinque soggetti, una coppia e una intera famiglia composta da padre, madre e figlio, immigrati in Italia nel 2005, percepivano da quella data il contributo destinato ai cittadini che si trovano in condizioni economiche disagiate. Per ottenere il sussidio, pari a circa 450 euro al mese, è necessario avere compiuto 65 anni di età , essere residenti in Italia e non essere titolare di reddito superiore a 7 mila euro.
I militari hanno scoperto, tramite controlli incrociati con le banche dati dell’Inps, che gli argentini avevano richiesto sin dal loro arrivo sul territorio dello Stato l’attribuzione del codice fiscale e, successivamente, avevano ottenuto la corresponsione dell’assegno sociale riservato ai cittadini stranieri non abbienti residenti in Italia, chiedendo l’accredito dei certificati di pensione direttamente sul loro conto corrente postale.
Le successive indagini di polizia giudiziaria hanno evidenziato come tali persone non si fossero mai recate presso gli sportelli postali per ritirare gli emolumenti, che venivano prelevati direttamente dalla Spagna, a Madrid, mediante l’utilizzo della carta bancoposta, attraverso il circuito maestro.
Inoltre, gli accertamenti eseguiti hanno permesso di rilevare che le residenze indicate dagli stranieri erano fittizie e che i gli stessi non avevano mai effettivamente dimorato nel territorio italiano.
I cinque argentini sono stati deferiti alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere per truffa ai danni dello Stato, per aver indebitamente percepito prestazioni sociali per un ammontare complessivo superiore ai 140 mila euro.
La particolare attività d’indagine, posta in essere dalla Guardia di Finanza di Caserta, testimonia ulteriormente il ruolo di polizia economico e finanziaria svolto dal Corpo nell’odierno contesto sociale, a tutela della spesa pubblica nazionale e, in particolare, del sistema previdenziale e assistenziale.