Strade come percorsi di guerra (o groviere), indecente il manto stradale del centro
23 Ottobre 2013Un percorso di guerra per chiunque. Le strade della città di Cassino costringono pedoni e ciclisti a pericolosi slalom, quando le insidie non riescono a far cadere i malcapitati di turno. Buche e preoccupanti avvallamenti nell’asfalto e nei marciapiedi. Strappi nell’asfalto che lasciano intravedere il vuoto sotto e così se ci capiti dentro con il piede, dopo esserti ripreso, quasi tiri un sospiro di sollievo perché non si e’ aperto un vero e proprio squarcio nell’asfalto e non sei precipitato a chissà quale profondità . Succede, usiamo questo esempio ma la città ne e’ piena, in viale Dante. Una delle principali vie del centro, dove il passeggio davanti alle vetrine e’ continuo e assiduo, una duplice buca miete continuamente vittime. Che si tratti di donne con i tacchi alti o di giovani in scarpette sportive non fa differenza. Se ci si ferma all’incrocio con via Carducci solo qualche minuto si può assistere a brutte cadute, quando va bene solo a fastidiosi inciampi che mettono a rischio le caviglie dei passanti. Uno dietro l’altro.
Pochi passi in questa traversa di viale Dante ed ecco un marciapiedi che sembra piuttosto un percorso per prove di resistenza. Qualche mattone e’ completamente a testa in giù e anche in questo caso si intravede un preoccupante vuoto sotto.
Anche in viale Bonomi la situazione non e’ diversa e, quando il problema non sono le buche, a rendere vita difficile a pedoni e anche automobilisti sono gli avvallamenti che con il tempo si sono creati a filo con i marciapiedi, a causa degli strati di asfalto sovrapposti e non scarificati, che hanno dato vita a notevoli dislivelli. E così scendere dall’auto dopo aver parcheggiato e finire con il piede in una buca profonda invece che sul marciapiedi e’ fin troppi facile. E, se è vero che asfaltare le strade ha costi piuttosto elevati, hanno un costo anche le numerose citazioni per danni da cadute che il Comune riceve. Migliaia di euro di risarcimenti che forse potrebbero essere risparmiati con una più frequente manutenzione.
Foto Alberto Ceccon